sabato 30 dicembre 2006

... e un altro anno se ne va!


Ancora poche ore, e un'altro anno si chiude.
Un anno intenso, a tinte forti, segnato da tante soddisfazioni professionali e da una conseguente (ma praticamente imprevista, tanto è stata veloce) crescita aziendale.
Che significa niente ferie, niente vacanze, clienti sempre nuovi che si avvicendano nei nostri uffici presentandoci le loro esigenze.
E invece di sentirci stanchi, la cosa assurda è che siamo tutti galvanizzati dal vedere il nostro lavoro ricevere tanti complimenti, e questa euforia crea sempre nuove esplosioni di idee ed energie.
Quale migliore inizio per un nuovo anno?

domenica 24 dicembre 2006

BUON NATALE!


E così anche per me è arrivato il momento di farvi gli auguri...
Personalmente, ma sono certo lo stesso sarà anche per voi, ne ho ricevuti di ogni tipo: scritti, vocali, musicali, recitati, cantati e perfino danzati.
Sotto forma di cartolina (reale o virtuale), lettera, animazione, cartone animato e fumetto.
E ancora poesie, citazioni, (immancabili) presentazioni in power-point, e ricercati testi beneaugurali dai clienti e dai colleghi più formali.

Tanti auguri, tutti diversi, divertenti e originali,
tanto che che forse l'unico modo per stupirvi è dirvi,
semplicemente,
BUON NATALE
ma dal profondo del mio cuore.

giovedì 21 dicembre 2006

Perchè Natale è Natale!


Natale è un pessimo periodo per chi si occupa di creatività.
Perchè alla fin fine, il bello del Natale è costituito dalle sue tradizioni, e le tradizioni sono tali in quanto pressocchè immutabili. E così ogni anno ecco gli stessi colori, le stesse luminarie, gli stessi simboli.

Eppure, di tanto in tanto, c'è qualcuno che rompe gli schemi.
Ho visto su [mini]marketing una strana foto (la trovate qui accanto), mi sono incuriosito e, navigando in Rete, ho trovato la notizia che cercavo...

Il Dent Depot di Oklahoma City è già un paio d'anni che realizza, a scopo promozionale, delle vere e proprie scenette (anti-)natalizie.
Quest'anno è possibile ammirare l'omicidio di Babbo Natale e di una renna, entrambi sdraiati per terra con una freccia piantata nella schiena. Tutt'attorno, la scena del crimine è già stata circoscritta dalla polizia scientifica, mentre il Grinch ghigna su un tetto vicino, ancora con arco e frecce in mano.

Ovviamente il Dent Depot non odia il Natale, ma ha trovato un modo ironico per farsi pubblicità. Ci riuscirà?
A giudicare dal crescente buzz, direi di si...

mercoledì 20 dicembre 2006

Un dubbio...


Quali sono le caratteristiche più importanti delle agenzie che si occupano di eventi?
Il "monitor sul mercato degli eventi in Italia", realizzato con un test a risposte multiple da Astra per ADC (Agenzia della Comunicazione), risponde a questa interessante domanda, mettendo in testa "rispettare i tempi" (94%), seguito da "avere risorse professionali competenti" (93%), "avere un giusto rapporto qualità/prezzo" (92%), "essere efficace nel raggiungere gli obiettivi" (91%) e "essere capaci di lavorare in team con il cliente" (91%).
Purtroppo, tutti elementi non valutabili dal committente se non accettando di lavorare con l'agenzia stessa...
E allora, come fa DAVVERO un cliente a scegliere con chi lavorare?

martedì 19 dicembre 2006

Al ladro! al ladro!


In una interessantissima discussione con una brillante studentessa di marketing dell'Università Ca' Foscari di Venezia, Arianna (vi raccomando tra l'altro la divertente lettura del suo blog ricco di personalità), è emerso prepotente un argomento che mi capita spesso di affrontare, negli ultimi tempi: il latrocinio di idee.

E' un problema che attanaglia tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della creatività e della comunicazione, dagli uomini del marketing ai pubblicitari, dai comici agli organizzatori di eventi.
Ci siamo passati tutti: se hai una bella idea, è facile che qualcuno cerchi di copiarla.
Ma la parola giusta sarebbe "di rubarla".

Ne segue che più sei bravo, più sei a rischio.

Ma il vero danno non lo fanno coloro che riescono a clonare davvero i tuoi pensieri.
Il vero problema è che spesso le persone che cercano di rubarti l'idea non riescono a realizzarla, e il prodotto che ne viene fuori spreca un'ottima idea con una realizzazione mediocre.
Con un danno per tutta la categoria, che perde in credibilità ed efficacia.

lunedì 18 dicembre 2006

Action-Man

Success seems to be connected with action. Successful people keep moving. They make mistakes, but they don’t quit. (Conrad Hilton, Hilton Hotels)

domenica 17 dicembre 2006

Abbattiamo Trude!


"Se toccando terra a Trude non avessi letto il nome della città scritto a grandi lettere, avrei creduto d'essere arrivato allo stesso aeroporto da cui ero partito. I sobborghi che mi fecero attraversare non erano diversi da quegli altri, con le stesse case gialline e verdoline. Seguendo le stesse frecce si girava le stesse aiole delle stesse piazze. Le vie del centro mettevano in mostra mercanzie imballaggi insegne che non cambiavano in nulla. Era la prima volta che venivo a Trude, ma conoscevo già l'albergo in cui mi capitò di scendere; avevo già sentito e detto i miei dialoghi con compratori e venditori di ferraglia; altre giornate uguali a quella erano finite guardando attraverso gli stessi bicchieri gli stessi ombelichi che ondeggiavano. Perché venire a Trude? mi chiedevo. E già volevo ripartire."
E' questo brano tratto da Le Città Invisibili di Italo Calvino che mi è venuto in mente quando, pochi giorni fa, in una chiacchierata con un assessore locale, mi domandò perchè nel suo paese non vi era che uno scarsissimo flusso turistico, mentre il comune vicino era sempre affollato.
Se una città non ha un'identità unica, un'immagine diverse dai suoi vicini, cosa dovrebbe spingere qualcuno a visitarla? E perchè i suoi cittadini dovrebbero esserne orgogliosi?
Certo, non tutte le città possono contare su attrattive uniche come la torre di Pisa o i canali di Venezia, e quando questo non succede bisogna sforzarsi di ritrovare una propria identità, o addirittura crearne una nuova, coerentemente all'immagine che la città vuole assumere.
E' questo il percorso che ha portato la festaiola Rimini a organizzare la celebre Fiera del Fitness, o la città di Lucca a promuovere la più importante fiera italiana del gioco e del fumetto (Lucca Comics & Games), per dire solo due esempi banali di città non certo grandi che hanno saputo valorizzarsi.
Un percorso faticoso, ma senza dubbio importante, per abbattere la Trude nella quale si vive, e costruire una nuova città.
Non certo invisibile.

giovedì 14 dicembre 2006

Il suono è tutto!


Tempo fa, Kenwood ha dato vita a una campagna di promozione sicuramente originale e non convenzionale: sotto la bandiera di "il suono è tutto", ha infatti regalato magliette, adesivi, wallpaper e background per cellulari. Tutti rigorosamente griffati con il nome storpiato (mia nonna direbbe "scritto per come si legge") delle più importanti icone musicali planetarie. Dai "Bitols" ai "Becstrit bois", ce n'era davvero per tutti i gusti.
La pagina dedicatagli dalla Kenwood è ancora online e potete trovarla qui.
Le magliette sono esaurite, ma il resto potete ancora richiederlo...

Comunque, ieri è arrivata la mia t-shirt.
Quasi mi ero dimenticato di averla richiesta, dato il ritardo di mesi, ma devo dire che è stata una piacevole sorpresa...

Qual'è il mio giudizio sull'operazione Kenwood?
Assolutamente positivo.
A costi relativamente bassi, l'azienda ha ottenuto un notevolissimo buzz su internet, ha regalato gadget ironici e simpatici (naturalmente griffati Kenwood) che genereranno automaticamente ulteriore pubblicità e passaparola, e il tutto sicuramente gioverà a rafforzare un'immagine positiva del brand...
Cosa si può volere di più?

mercoledì 13 dicembre 2006

le vie del medioevo


Sabato ho assistito a un "grande evento" organizzato a Noto, piccola cittadina che, per la sua unica architettura barocca, è stata insignita del titolo di Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
L'evento faceva parte di una serie di 14 appuntamenti dislocati in altrettanti antichi comuni siciliani, e intitolato "Le vie del medioevo". Una rassegna medievale che avrebbe dovuto legare questi comuni grazie al fil-rouge della medievalità, e darne luce e risalto.
Ma qual'è stato il risultato per un così importante impegno, finanziato dalla regione, dai comuni e perfino da un POR della Comunità Europea?
Beh, non ho visto gli altri appuntamenti, ma a quello di Noto ero presente.

L'arrivo è stato deludente.
Poche bancarelle, assolutamente moderne e non in tema.
Scenografie assenti, anzi peggio: erano già presenti le luminarie natalizie a coprire alberi e case!
Niente musica, niente figuranti.
Nemmeno un cartello che indicasse la presenza della manifestazione.
Proseguiamo sempre più addentro alla città, e troviamo UNA locandina (70x100 cm).
Controlliamo. Non abbiamo sbagliato giorno: ci troviamo all'interno della festa, anche se di festa non ce n'è neanche l'ombra...

Poi finalmente giungiamo nella piazza antistante il teatro.
Qui dovrebbe trovarsi il cuore dell'evento, realizzato dal Teatro Potlach, fatto venire appositamente da Rieti.
Un grande schermo bianco copre il teatro, ma anche qua nulla che possa fare pensare a "le vie del medioevo". Anzi, sul telo vengono proiettate alcune immagini che sembravano incomprensibili e fuorivianti (una mano, una serie di triangoli bianchi e neri, quello che sembrava l'ingrandimento di un batterio...). Abbiamo pensato fossero prove di proiezione prima di dare il via alle vere immagini, ma poi abbiamo dovuto constatare che erano queste le immagini che sarebbero state proiettate, a ciclo continuo, per tutta la durata della manifestazione.

Ecco si presentano gli artisti: una donna vestita con un abito pseudo-ottocentesco e una mascherina da club di scambisti (?), un uomo vestito da direttore del circo (??), una ragazza vestita di nero (???), delle ballerine di danza classica (????), un tizio in vestito bianco con cappello anni '30 (?????)...
Quando appare un'unica ragazza vestita con un abito pre-rinascimentale quasi rimaniamo sconvolti: che diavolo ci fa una ragazza in tema con "le vie del medioevo"?

Poi inizia il "grande evento". Gli artisti si sparpagliano lungo un percorso interno al teatro, permettendoti di incontrarne uno alla volta: una ragazza che balla su una musica dei primi del novecento, il direttore del circo che racconta la storia del caffè sdraiato su un letto, un raqazzo che imita Michael Jackson...
Ma... e il medioevo?
E la ricostruzione promessa?
O, perlomeno lo studio della città che avrebbe dovuto mettere in luce le storie e le leggende di Noto - Città Invisibile?

I pochi accorsi alla manifestazione (già, la campagna di comunicazione, costata appena 170.470,00 euro [cifre ufficiali], non è stata notata da nessuno: niente manifesti, radio, tv o campagne alternative... io stesso avevo saputo dell'evento solo perchè uno degli organizzatori della manifestazione mi aveva contattato in qualità di esperto) erano senza parole, quando non ridacchiavano apertamente.
I commenti non erano certo entusiasti.

Dopo appena due ore, il Potlach ha dichiarato chiusa la manifestazione.
Intascando, per due ore e quindici "artisti", per sette appuntamenti in sette comuni diversi, la cifra di 273.135,00 euro [cifre ufficiali].

A voi i conti.
A noi la triste consapevolezza che tanto si sarebbe potuto fare per dare davvero vita a un evento che tanto ha promesso quanto poco ha mantenuto.

lunedì 11 dicembre 2006

Ragione vs Emozione

La maggior parte della pubblicità non fa tanto appello alla ragione quanto all'emozione. (Erich Fromm)

sabato 9 dicembre 2006

Team-Building per tutti!


Ho appena scoperto un nuovo, interessante blog: quello di
Egometria, che si occupa di formazione e team-building. Vi ho trovato interessanti riflessioni, che, nella maggior parte dei casi, non avrei saputo esprimere meglio.
Mi permetto di citare e commentare solo un post (che potrete leggere per intero qui), che tratta un argomento sul quale stavo recentemente meditando.
"Le aziende italiane sono sempre più interessate alle attività di team building. Anche la piccola e media impresa si è lanciata alla scoperta delle potenzialità di un evento aziendale di successo che preveda aggregazione e comunicazione interpersonale. Il panorama dell’offerta italiana di team building è vastissimo. Società di animazione si sono riconvertite per l’occasione e società di formazione hanno aperto un loro settore specializzato."
E' drammaticamente vero. Molte agenzie di animazione hanno intuito le potenzialità di un settore in crescita, e, sottovalutando le complesse competenze necessarie per mettere in scena un evento di team-building, si stanno presentando al mercato come specialisti di un settore che non conoscono.
Purtroppo, anche le piccole e medie aziende che si stanno aprendo a questi innovativi tipi di formazione non sono competenti in materia, e spesso non riescono a distinguere tra i veri professionisti e gli improvvisati del caso, i quali si possono permettere di proporre prezzi molto più bassi.
Per prodotti che però nulla hanno a che fare con il vero team-building.
E con il risultato che le aziende che si trovano ad avere a che fare con loro, in seguito ai disastrosi risultati ottenuti, sicuramente ci metteranno un bel po' prima di riprovarci...

martedì 5 dicembre 2006

Umorismo computazionale



La notizia non è nuova, ma è stata recentemente ripresa da La Repubblica, e io la ricopio... ehmmm... volevo dire "cito" (qui tutti citano... lo faccio anche io...) di seguito:
"Il progetto "HAHA-cronym", sviluppato da Oliviero Stock, per la creazione di acronimi, ha mostrato di possedere insospettate capacità linguistiche, generando all'impronta giochi di parole con sottili effetti umoristici. Umorismo e creatività hanno strutture simili perché entra in gioco la percezione simultanea e improvvisa di una situazione su due distinti piani di riferimento: la ricostruzione della coerenza produce il divertimento o la risata. Così lo humour apre straordinari canali comunicativi tra l'uomo e i sistemi intelligenti nei settori dell'intrattenimento interattivo, dei videogiochi "educativi" o della pubblicità."

Un altro sottile limite della comunicazione è stato infranto.
E non uno dei più banali... non ricordo chi abbia detto che la capacità di ridere e fare ridere sia un dono tutto umano, ma chiunque sia, a quanto pare è stato smentito...
Quanto dovremo aspettare perchè sia un computer a venire qui a scrivere il mio blog?

domenica 3 dicembre 2006

Risparmio

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo. (Henry Ford)

venerdì 1 dicembre 2006

SpettAttori


Perchè si è ben felici di spendere 40 euro per andare a un concerto, e poi non si riescono a vendere i cd a 15 euro?
Se la si guarda dal punto di vista puramente razionale, il cd è un bene che ti permette di ascoltare gli stessi brani che sentiresti al concerto, ma quando e quante volte vuoi, con un audio migliore, senza possibilità di errori tecnici, e soprattutto senza essere schiacciati e compressi da una folla saltellante.
Ma se la si guarda dal punto di vista emozionale... beh, quando si vende un concerto, non si vende un'oggetto: si vende un'esperienza unica!
Ed è questa che in realtà viene acquistata.
Da semplice ascoltatore di un cd (spettatore), si diventa compartecipi di un momento speciale. E il termine spettatore, inteso con il suo termine di usufruitore passivo, non è più corretto. Certo, non si è neanche attori principali.
Piuttosto, una via di mezzo tra le due figure.
SpettAttore, appunto, se mi permettete il neologismo.

Riuscire a trasformare ogni Spettatore in SpettAttore, lo ammetto, è una delle mie fissazioni. Credo costituisca la chiave per trasformare la maggior parte degli eventi (siano essi di tipo comunicativo, promozionale o artistico) in un vero successo...
Rientra in questa categora quella pubblicità "intelligente" di cui parlavo nel mio ultimo blog: ti senti SpettAttore perchè il messaggio è leggermente nascosto, e devi essere tu a trovarne un significato.
Rientra in questo caso buona parte del segreto del crescente successo del teatro interattivo, delle cene con delitto, del below the line.

E, se ci pensi bene, rientra in questo caso anche l'esperienza dei blog.
Non di questo specifico blog, beninteso.
Perchè tu ne stia leggendo le pagine, per me rimane un mistero.

mercoledì 29 novembre 2006

Fuma che ti passa (la voglia)


L'immagine qui sopra l'ho "rubata" da un post all'interno del blog dell'agenzia Luoghinoncomuni.
Dev'essere una bizzarra deformazione professionale:
adoro la pubblicità.
Quando è fatta bene.

E quando penso a quali meccanismi siano stati capaci di strapparmi un sorriso e abbiano regolato la buona riuscita di un progetto creativo pubblicitario, ripenso a un post di Marco Fossati sul suo blog, e che mi permetto di riassumere (in maniera limitante) nelle sue stesse parole:
Per il nostro cervello, quindi, risultano attraenti quei messaggi che lasciano una porticina aperta. I nostri neuroni sono gratificati da una certa quantità di lavoro che il messaggio gli lascia compiere.

Insomma, è il non-detto che completa il detto e lo rende speciale.
L'allusione, la metafora, l'iperbole, l'abile uso del contrasto e dei luoghi comuni giocano con il nostro intelletto e comunicano con noi a un livello meno immediato, gratificandoci quando riusciamo a scorgerne le sottigliezze.

martedì 28 novembre 2006

Bilòdelain!


Ricordate il mio post "Memetica, questa sconosciuta..." dove mi chiedevo stupito se davvero fossi uno dei pochi che non trovassero la memetica un argomento oscuro e misterioso?
(Non lo ricordate? Beh, è qualche rigo più sotto... dateci un'occhiata!)
Oggi mi sono ritrovato a chiacchierare con alcuni professionisti di una importante azienda locale del settore pubblicitario, e ho visto i loro occhi sgranarsi al mio pronunciare le parole "below the line"...
Un deglutire nervoso, gli sguardi che si cercavano per cercare di capire se l'altro sapesse di cosa stessi parlando.
"Bilòdelain?"
Ho trattenuto un sorriso e spiegato cosa intendessi... in fondo il loro imbarazzo lo avevo già visto quasi ogni volta mi ero trovato in una discussione simile con tanti ragazzi laureati in scienze delle comunicazioni, in giornalismo, perfino in tecniche pubblicitarie, per i quali il "below the line" è soltanto una parola incomprensibile...

Ma cos'è, alla fine, questo "below the line"?
Nel gergo pubblicitario, sono "below the line" tutte le attività di comunicazione che non sfruttano i media classici (televisione, radio, editoria, affissioni); costituiscono il "below the line", quindi, gli eventi, le sponsorizzazioni, le relazioni pubbliche, il marketing virale, ecc.
E tutto questo, secondo le statistiche di settore, ha il miglior ROI (Return On Investment, ovvero contropartita ottenuta sull'investimento fatto) dell'intero comparto promozionale... insomma, non è un caso che le più grandi marche del mondo insistano sempre più nell'organizzare eventi in giro per il mondo (per nominare solo i primi che mi vengono in mente, Nike promuove eventi sportivi, dal calcio 3vs3 al ballo, Coca-Cola e Heineken regalano concerti, Fanta un villaggio-evento), ed è assurdo che i professionisti e i futuri professionisti della comunicazione lo ignorino!

lunedì 27 novembre 2006

AAA soluzioni cercasi

Qualsiasi cosa sia la creatività, è una parte nella soluzione di un problema. (Brian Aldiss)

domenica 26 novembre 2006

Google sotto accusa


Nella blogosfera è esploso un nuovo caso: in seguito ai pesanti episodi di bullismo raccontatici nella cronaca di questi giorni sono stati "Indagati due legali rappresentanti di Google Italia per diffamazione aggravata nella vicenda dei video sulle violenze a un ragazzo disabile" (fonte:ANSA).
E così ci troviamo di nuovo di fronte a persone che non si rendono conto che internet non è certo l'origine dei mali, quanto la sua denuncia pubblica.
Che è solo un mezzo, forse il più potente in circolazione, per renderci davvero conto di quale mondo condividiamo.
Che è uno strumento che ci permette di rintracciare e scovare le mele marcie. Come già succede con i pedofili, e come è successo perfino in questo stesso caso.

"Tanti anni fa sequestravano le BBS per cercare non si sa cosa, oggi perquisiscono la sede italiana di Google", ha scritto Mauro Lupi sul suo Blog, e questo mi ha riportato al mio incontro con Steve Jackson, solo qualche settimana fa.
Chi è costui?
Beh, potremmo semplicemente dire che Steve Jackson è uno dei più importanti creativi ludici del mondo, che ha dato vita a numerosi classici, dai giochi da tavolo ai videogames.
Nel 1990, l'FBI, in seguito ad alcune intercettazioni (illegali), confuse un suo gioco inedito conservato nei computer della casa editrice, con un vero manuale per hacker informatici, e sequestrò la sede della Steve Jackson Games…
La ribalta mediatica fu enorme e immediata.
Inutile dire che il furbissimo Steve, dopo avere dimostrato l’assoluta innocenza del gioco incriminato, vi abbia aggiunto un bollino recante la dicitura “Sequestrato dall’FBI”…
Chi avrebbe potuto sperare in una pubblicità del genere?.

giovedì 23 novembre 2006

Il rivale di se stesso


Avete presente l'assurda rivalità tra Clark Kent e il suo alter-ego Superman per l'amore di Lois Lane? Beh, oggi sono stato travolto da una situazione non troppo dissimile...
Azimut produce format di eventi originali, e spesso i nostri clienti sono dmc e tour operator specializzati in viaggi incentive, i quali a loro volta vendono i nostri servizi ad aziende multinazionali in cerca di intrattenimenti unici per i propri ospiti…

Così, ieri veniamo contattati da una dmc locale, la quale ci chiede maggiori informazioni su uno dei nostri cavalli di battaglia. Fra una chiacchiera e l’altra, scopriamo che la richiesta è venuta direttamente dal cliente, una non meglio identificata multinazionale straniera…
La cosa, naturalmente, ci ha lasciato stupiti, dato che siamo gli unici in Sicilia (e tra i pochi in Europa) a proporre il format in questione!
Il mio primo pensiero è stato che il cliente doveva essere un esperto, per fare una richiesta tanto dettagliata, ma poi, quando la responsabile della dmc ha inoltrato una nuova richiesta, chiedendoci se saremmo stati in grado di realizzare un format assolutamente identico a uno degli ultimi nostri prodotti (che avevamo approntato solo poche settimane prima e che è assolutamente unico nella concezione quanto nelle meccaniche), sono stato assalito da un dubbio…
Vuoi vedere che il responsabile della multinazionale aveva ricevuto le nostre proposte tramite un altro tour-operator, e, ritenendole creativamente valide, stava cercando quale agenzia avrebbe potuto realizzarle al costo minore possibile?
Naturalmente un rapido controllo ha dimostrato che era proprio come avevamo immaginato…

E così, eccomi assalito da mille domande…
E’ eticamente corretto chiedere a un’agenzia creativa di proporre un’idea originale, e poi, una volta soddisfatti, affidarne la realizzazione a un’altra?
E se anche lo fosse, renderebbe davvero, in termini qualitativi? Sono davvero tutti capaci di concretizzare idee che non gli appartengono? Forse dietro queste idee non ci sono studi, prove, capacità e competenze che un altro potrebbe non possedere (e che potrebbe solo fingere di avere, per avere un ingaggio altrimenti inarrivabile)?
Vale la pena rischiare la propria credibilità e la propria immagine?
Non sarebbe molto più semplice rivolgersi direttamente ai veri professionisti?

martedì 21 novembre 2006

Memetica, questa (s)conosciuta...


Sull'ultimo numero di "Meeting & Congress", rivista specializzata del mondo congressuale, leggo con piacere un articolo di Francesca Bianchi intitolato "I virus mentali".
Si parla di Memetica, una branca della sociologia che studia il trasferimento di conoscenze e che si basa sul concetto di "meme", ovvero un'unità di informazione minima, in una voluta analogia con l'informazione genetica e le sue unità fondamentali: i geni. Come questi, infatti, i memi si replicano e si modificano utilizzando schemi (in parte) simili a quelli proposti dalle teorie evoluzionistiche darwiniane e lamarkiane.

Quali sono le applicazioni della memetica? Fra i tanti, la comprensione del fenomeno delle mode e dei "tormentoni", della loro nascita e del loro declino, siano essi parole (reali o inventate), frasi, canzoni o altro ancora... Riuscire a comprendere il meccanismo scientifico della propagazione dei memi sarebbe quindi di elevato valore per tutti coloro che fanno della comunicazione il loro mestiere: pubblicitari, venditori, politici, pco, comici, ecc.

L'unica cosa sulla quale non sono d'accordo con la signora Bianchi è proprio l'incipit utilizzato nell'articolo: "E' in arrivo anche in Italia la Memetica".
Ma è davvero "in arrivo"? La memetica deve le sue origini a Richard Dawkins, che ne formulò le basi già nel 1976. Esattamente 30 anni fa. Il concetto non è nuovo, quindi, e stento a credere che i nostri specialisti in comunicazione non ne abbiano mai sentito parlare...
Davvero credete che frasi come il berlusconiano "Mi consenta..." siano diventati dei veri tormentoni senza che nessuno avesse pianificato la cosa?
Davvero credete che il fatto che parlerete di questo mio post sia una cosa casuale?

lunedì 20 novembre 2006

Creating Emotions

“Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.”
George Orwell

venerdì 17 novembre 2006

Beata la terra che non ha bisogno di martiri


Pochi giorni fa ho visto un articolo al tg. Un sondaggio.
“Chi è il tuo eroe?”
E gli intervistati hanno risposto con la consueta varietà, passando con disinvoltura dal Papa a Berlusconi, da Prodi a Madre Teresa di Calcutta.
E, in coda, tra i dimenticati, Giovanni Falcone.
Che forse era davvero l’unico, tra tutti i nominati, che avesse dato la vita, in maniera letterale e non solo figurata, per salvare il suo popolo.

Ancora ricordo quando mi arrivò la notizia della sua morte. Ero in campeggio, ed era il 23 maggio 1992.
500 chilogrammi di tritolo avevano tolto la vita a chi aveva combattuto per sciogliere i lacci di una prigionia tutta siciliana, subdola ma abbastanza potente da non avere bisogno di essere davvero invisibile.
Ma ciò che la Mafia non poteva immaginare è che l’eco di quella esplosione avvenuta a Capaci sarebbe stata sufficiente a fare insorgere un popolo spaventato e abituato (rassegnato?) all’oppressione, vittima di Cosa Nostra quanto di uno stato incapace o colluso, incapace di difenderlo.
La morte del giudice Falcone ha dato vita a una silenziosa rivoluzione, una valanga che ha rotto il muro dell’omertà eretto in decenni di sopraffazioni mafiose.
Una valanga che ha portato agli arresti di capimafia considerati da sempre intoccabili, come Riina (nel 1993, dopo nemmeno un anno dalla strage) o Provenzano.
E forse un giorno davvero l’Italia renderà merito a Giovanni Falcone, magistrato.
A Giovanni Falcone, eroe.
A Giovanni Falcone, uomo.

“Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.” Giovanni Falcone

giovedì 16 novembre 2006

IO SONO UN CREATIVO



Il mio è un lavoro imbarazzante.
Perché è difficile anche soltanto capire quale sia davvero, questo lavoro.
Faccio il creativo per un’agenzia eclettica (la Azimut – creating emotions), che si occupa, per dirla in parole povere, di creare e realizzare eventi, intrattenimenti e spettacoli.
Ma cosa significhi fare il creativo al suo interno è una cosa che perfino mia madre fatica a comprendere.
Forse immagina che il mio lavoro si svolga sdraiato per terra attendendo un’idea (il che, è vero, a volte succede), ma in realtà il tutto è molto più strutturato di quanto si immagini.
Innanzitutto, nella maggior parte dei casi la nostra creatività è fortemente limitata dal tema e dagli obiettivi di comunicazione decisi dal committente (un anniversario aziendale, la presentazione di un nuovo prodotto, o anche semplicemente un party esclusivo), dal budget (a volte miserabilmente basso), dai tempi tecnici (non si può pretendere di montare uno spettacolo stile Broadway in sette giorni!) e da mille diversi fattori limitanti.
Ovviamente l’idea non può essere campata in aria, ma necessita di approfondite e aggiornate conoscenze del settore nel quale si opera, dei mezzi necessari, degli artisti, dei tecnici e di tutto il personale specializzato che dovrà lavorare alla realizzazione dell’evento.
Trovata infine l’idea e stabiliti realizzabilità e costi, bisogna preparare una presentazione realistica e accattivante, che possa essere valutata così dal committente. E non è raro che questi richieda decine di modifiche, causando un notevole e rinnovato dispendio di energie, tempo e psicofarmaci calmanti.
Ottenuta l’approvazione si passa infine alla fase realizzativa, e mettere in pratica ciò che si è progettato non è mai semplice come lo si era immaginato… La creatività deve lasciare spazio a una meticolosa precisione, e soprattutto si deve prevedere che qualcosa (QUALSIASI cosa) possa andare storto, trovando una soluzione anticipata a problemi che non si sono mai verificati e che probabilmente non si verificheranno mai.
Finalmente arriva il giorno dell’evento, e il nostro lavoro si concentra sulla regia in loco, verificando che tutto fili liscio fino a quando anche l’ultimo ospite non si sarà ritirato…
Solo allora ci si può lasciare sprofondare sul primo divano disponibile.
Giusto in tempo perché il telefono squilli di nuovo.
“Pronto? Ci serve una nuova idea!”