martedì 21 novembre 2006

Memetica, questa (s)conosciuta...


Sull'ultimo numero di "Meeting & Congress", rivista specializzata del mondo congressuale, leggo con piacere un articolo di Francesca Bianchi intitolato "I virus mentali".
Si parla di Memetica, una branca della sociologia che studia il trasferimento di conoscenze e che si basa sul concetto di "meme", ovvero un'unità di informazione minima, in una voluta analogia con l'informazione genetica e le sue unità fondamentali: i geni. Come questi, infatti, i memi si replicano e si modificano utilizzando schemi (in parte) simili a quelli proposti dalle teorie evoluzionistiche darwiniane e lamarkiane.

Quali sono le applicazioni della memetica? Fra i tanti, la comprensione del fenomeno delle mode e dei "tormentoni", della loro nascita e del loro declino, siano essi parole (reali o inventate), frasi, canzoni o altro ancora... Riuscire a comprendere il meccanismo scientifico della propagazione dei memi sarebbe quindi di elevato valore per tutti coloro che fanno della comunicazione il loro mestiere: pubblicitari, venditori, politici, pco, comici, ecc.

L'unica cosa sulla quale non sono d'accordo con la signora Bianchi è proprio l'incipit utilizzato nell'articolo: "E' in arrivo anche in Italia la Memetica".
Ma è davvero "in arrivo"? La memetica deve le sue origini a Richard Dawkins, che ne formulò le basi già nel 1976. Esattamente 30 anni fa. Il concetto non è nuovo, quindi, e stento a credere che i nostri specialisti in comunicazione non ne abbiano mai sentito parlare...
Davvero credete che frasi come il berlusconiano "Mi consenta..." siano diventati dei veri tormentoni senza che nessuno avesse pianificato la cosa?
Davvero credete che il fatto che parlerete di questo mio post sia una cosa casuale?

1 commento:

Giorgio Soffiato ha detto...

Io so solo che c'è un bel paper di Francesco Ianneo che tratta la cosa ed ha qualche annetto, io ne ho parlato nella tesi con un capitolo dedicato due anni fa.. la memetica è arrivata da un pezzo :-)