lunedì 31 marzo 2008

Marketing & Innovazione

"Il fine di un'azienda è sviluppare clienti. Quindi un'azienda ha solo e soltanto due funzioni di base: il marketing e l'innovazione" (Peter Drucker)

venerdì 28 marzo 2008

I limiti etici del marketing...


La notizia è stata diramata dall'ANSA neanche un'ora fa (alle 11:05), ma è stata già ripresa un po' in tutto il mondo: una casa editrice ludica ha trasformato il Muro del Pianto di Gerusalemme in una meta per gli amanti israeliani dei puzzle.
Come ha fatto?
Ha nascosto tra gli interstizi della costruzione plurimillenaria centinaia di piccole 'buste-premio', ciascuna contenente il pezzo di un puzzle e un buono che consente di ricevere in regalo una scatola (dal valore di circa 30 euro) contenente i restanti 999 pezzi del rompicapo e raffigurante il Muro del Pianto.

Negli interstizi del Muro, uno dei principali luoghi di preghiera per gli ebrei e unico residuo del Tempio di Salomone ancora rimasto in piedi, i fedeli sono soliti introdurre piccoli biglietti contenenti preghiere di carattere personale. Ma questa è la prima volta che le pietre del Muro sono utilizzate per lanciare una campagna commerciale.

La iniziativa certamente non è piaciuta al rabbino Shmuel Rabinovic, responsabile dei luoghi santi ebraici.
"Le pietre del Muro non possono essere utilizzate per giochi e per fare pubblicità!", ha esclamato "Si tratta della profanazione di un luogo santo".
Da parte sua, la società che produce i puzzle replica di aver agito in buona fede per pubblicizzare Gerusalemme in occasione del sessantesimo anniversario della costituzione dello stato di Israele. Aggiunge che un uso commerciale di quel Luogo Santo viene fatto peraltro anche quando attori o altre celebrità si mettono in posa alla base del Muro, cosa che viene consentita dai rabbini...

Insomma, abbiamo varcato i limiti etici e il rispetto della religiosità altrui, o siamo ancora nella norma di un "comunicare a tutti i costi"?

martedì 25 marzo 2008

Il ritorno de "Il rivale di se stesso"


E' successo di nuovo.
Ne avevo già discusso abbondantemente qui quasi un anno e mezzo fa, ma è capitato nuovamente, più e più volte, diventando praticamente una consuetudine con cadenza pressocchè poco più che mensile.

Un cliente ci chiede di progettare per lui un lungo evento di team-building ludico da tenersi lungo la costa della Sicilia orientale. E, naturalmente, di dare vita a idee originali.
Noi creiamo con fatica e passione un nuovo pezzo unico, adattiamo i nostri format più riusciti, tenendo in conto età, sesso e numero dei partecipanti, tempi e spazi a disposizione, stagione climatica nella quale si terrà l'evento, e molti altri fattori.
Il cliente (un'importante incentive house capitolina) plaude al nostro impegno e rigira la proposta al SUO cliente (una non meglio precisata multinazionale nel campo dell'elettronica).

Passano 10 giorni, nei quali non abbiamo più alcuna notizia. L'evento è ancora lontano, e siamo abituati a tempi biblici di attesa (pare che Matusalemme realizzasse eventi anche lui)...
Assorbiti da altre richieste, quasi ci dimentichiamo della nostra proposta.
Fino a quando un tour-operator milanese ci contatta per un "altro" evento, dicendoci che un suo cliente aveva avuto l'idea di fare un evento in Sicilia, e aveva già un'idea ben chiara di cosa voleva realizzare.
Chiediamo dettagli, e ci viene inviato un briefing.
Un briefing che (ovviamente a questo punto ci sarete arrivati da soli) era scritto con le mie parole. Neanche lo sforzo di cambiarle un po'.
Non solo: per dare risalto al testo, e rendere più chiaro come l'evento si sarebbe dovuto realmente svolgere, erano state perfino utilizzate foto e immagini che io stesso avevo spedito (e in una di queste mi vedevo perfino io!).

Ovviamente, il tour-operator ne era all'oscuro.
Molto più semplicemente, il cliente, alla ricerca di un facile (?) risparmio, stava cercando di aggirarci e di trovare un fornitore più economico (siamo gli unici professionisti del campo nel sud-Italia, e abbiamo felici e proficui rapporti di lavoro praticamente con tutti gli attori del settore... difficile evitarci!).
Un fornitore più economico, dicevamo.
Come se vendessimo risme di carta o zucchero per il caffè, beni praticamente indifferenziati per i quali una "marca" vale l'altra.

Così, al di là delle ovvie implicazioni etiche (il furto di idee pare sia la norma, e venga considerato meno che un peccato veniale), mi ritornano a frullare in testa le solite domande:
davvero si pensa che chiunque sia capace di realizzare in pratica ciò che in teoria sembra una buona idea?
Se rubassi gli schemi di una Ferrari, davvero chiunque sarebbe capace di costruirla tale e quale? E vi fidereste di guidarne una realizzata amatorialmente nel garage di uno sconosciuto, senza alcuna garanzia?
Non sono forse necessari studi, competenze, esperienze, capacità, PROFESSIONALITA' che non sono in mano a tutti?

E infine, per restare nel campo dei paragoni automobilistici, nessuno si aspetta che un Fiorino Fiat avrà le stesse prestazioni o lo stesso comfort di una Audi TT, nè di pagare lo stesso prezzo per i due modelli, ma entrambi vengono classificati come "automezzi".
Non ne vedete a occhio nudo la differenza?

lunedì 24 marzo 2008

marketing da circo

"If the circus is coming to town and you paint a sign saying "Circus Coming to the Fairground Saturday," that's advertising. If you put the sign on the back of an elephant and walk it into town, that's promotion. If the elephant walks through the mayor's flower bed, that's publicity. And if you get the mayor to laugh about it, that's public relations. If the town's citizens go the circus, you show them the many entertainment booths, explain how much fun they'll have spending money at the booths, answer their questions and ultimately, they spend a lot at the circus, that's sales." (autore sconosciuto)

mercoledì 19 marzo 2008

Osservando gli Osservatori



Il settore MICE italiano, nelle sue declinazioni principali, gode di tre fondamentali rilevamenti statistici annuali: il Monitor sul mercato degli eventi, realizzato da Astra Ricerche per AdC (Agenzia della Comunicazione), l'Osservatorio sul mercato congressuale Italiano, promosso dal Convention Bureau della Provincia di Rimini, dalla rivista Meeting e Congressi e da BTC International e condotta dall'Universita di Bologna (attualmente disponibile esclusivamente con dati riguardanti il primo trimestre del 2007), e l'Osservatorio sul Business Travel, sempre condotto dall'Università di Bologna, ma per la rivista Turismo d'Affari.
Tre studi con target e campioni di riferimento profondamente diversi, ma che, insieme, riescono a dipingere un quadro complessivo dell'andamento del settore in Italia...

Tutte le indagini sono concordi nell'affermare che il 2007 ha registrato una delle migliori performance degli ultimi anni, e che le aspettative di crescita sono assolutamente rosee.

Per Astra, sono stati spesi in eventi ben 1.200 milioni di euro tra ottobre 2006 e ottobre 2007 (lo stesso studio, due anni prima, vedeva un investimento di soli 960 milioni di euro): una cifra senza dubbio consistente, con una previsione, per il 2009, di 1.400 milioni di euro.
Una crescita quasi regolare, di circa 100 milioni di euro l'anno, che connota il mercato degli eventi come il media che ha il secondo tasso d'incremento più elevato (dopo Internet, naturalmente).

Per l'Osservatorio sul Business Travel, in questo settore la spesa è cresciuta dal 2006 di circa 1.700 milioni di Euro, e quasi la metà (il 44%) degli intervistati dichiara che la spesa complessiva aumenterà nel prossimo anno, mentre solo il 3% ritiene che vi sarà una contrazione. Dati senza dubbio importanti, che confermano l'importanza del settore...

Anche l'OCI ci da notizie positive, dichiarando una crescita nel settore di oltre il 17% nel solo primo trimestre 2007. Ma anche gli altri dati fornitici sono importanti, perchè ci informano che è aumentata la dimensione media degli eventi ospitati (+9,43%) e si è allungata anche la permanenza media degli ospiti (+16,67%).

Un successo su tutti i fronti, per un settore che affronta ogni giorno serie difficoltà e subisce uno scarso riconoscimento del suo valore da parte delle autorità politiche che invece dovrebbero premiarne la virtuosità....

lunedì 17 marzo 2008

Riunioni e Brainstorming

"Se due uomini sono d'accordo su tutto, puoi star sicuro che solo uno dei due sta pensando." (Arthur Bloch)

domenica 16 marzo 2008

La Veillée des Abysses



Ho avuto la fortuna, in un periodo assolutamente denso come quello di questi giorni, di riuscire ad andare a vedere, a Catania, la prima italiana de La Veillée des Abysses, del giovanissimo James Thierrèe. La critica mondiale lo aveva già acclamato

Spettacolo straordinario, suggestivo e incantatore, capace di fondere insieme l'arte circense con l'estro teatrale, la danza e la musica.
E ciò che ne esce fuori è pura poesia.

Suggestioni sperimentali, senza dubbio, surreali, improbabili, ma davvero capaci di lasciare tutti a bocca aperta a sognare, immergendoti in una surrealtà improvvisamente vicina.

Uno spettacolo unico, che caldamente consiglio a tutti coloro che possano avere un'occasione di andarlo a vedere.
E soprattutto coloro che fingono di fare teatro o arte sperimentale, quando poi semplicemente si lasciano andare a narcisistici e incomprensibili deliri non capaci di emozionare.

Mi permetto di citarlo, in una sua recente intervista, perchè credo nelle sue parole si trovino tante verità scoperte nel sudore e nella fatica di un artista vero.
"Come me, come tutti, quello che gli spettatori chiedono, quello di cui hanno bisogno è essere trasportati da qualche altra parte. Un luogo magico dove si ritrovino delle vaghe reminiscenze, delle storie dimenticate, delle visioni immaginifiche, dei ricordi ingarbugliati… Non so spiegare in modo chiaro come le idee mi vengano. Io parto dalla materia bruta, da fatti concreti, da gesti semplici. Lo spettacolo si compone un passo alla volta, si modifica da solo attraverso le diverse sue rappresentazioni. Tutto è costantemente in divenire. Chi pensa di costruire un’opera ad ogni istante si rende conto fino a che punto i suoi elementi fuggano dal completo controllo del creatore stesso. All’inizio, immagino una storia, poi insieme ai miei artisti ci lavoriamo sopra. Gli artisti sono acrobati, contorsionisti, musicisti; io ascolto i loro desideri. Insieme, noi ascoltiamo il pubblico e le loro reazioni. Non solamente le manifestazioni di gioia, gli applausi, ma anche il respiro di una sala. Ciò è essenziale per mantenere il ritmo, oltrepassare la performance, il puro numero circense, e arrivare all’umanità delle persone. Esprimere lo “scorrere della vita”, lasciare che il cuore si apra all’innocenza ritrovata delle emozioni e delle risa, lasciarsi guidare dall’incanto surrealista delle immagini. E, soprattutto, crederci."

Un incredibile genio, dall'età di 4 anni a calcare i palcoscenici di tutto il mondo.
Figlio, e nipote d'arte.
Di un certo Charlie Chaplin.
Charlot.

lunedì 3 marzo 2008

Teoria e pratica

"La cosa più strana della vita è la totale mancanza di accordo tra teoria e pratica di vita" (Ralph Waldo Emerson)