martedì 25 marzo 2008

Il ritorno de "Il rivale di se stesso"


E' successo di nuovo.
Ne avevo già discusso abbondantemente qui quasi un anno e mezzo fa, ma è capitato nuovamente, più e più volte, diventando praticamente una consuetudine con cadenza pressocchè poco più che mensile.

Un cliente ci chiede di progettare per lui un lungo evento di team-building ludico da tenersi lungo la costa della Sicilia orientale. E, naturalmente, di dare vita a idee originali.
Noi creiamo con fatica e passione un nuovo pezzo unico, adattiamo i nostri format più riusciti, tenendo in conto età, sesso e numero dei partecipanti, tempi e spazi a disposizione, stagione climatica nella quale si terrà l'evento, e molti altri fattori.
Il cliente (un'importante incentive house capitolina) plaude al nostro impegno e rigira la proposta al SUO cliente (una non meglio precisata multinazionale nel campo dell'elettronica).

Passano 10 giorni, nei quali non abbiamo più alcuna notizia. L'evento è ancora lontano, e siamo abituati a tempi biblici di attesa (pare che Matusalemme realizzasse eventi anche lui)...
Assorbiti da altre richieste, quasi ci dimentichiamo della nostra proposta.
Fino a quando un tour-operator milanese ci contatta per un "altro" evento, dicendoci che un suo cliente aveva avuto l'idea di fare un evento in Sicilia, e aveva già un'idea ben chiara di cosa voleva realizzare.
Chiediamo dettagli, e ci viene inviato un briefing.
Un briefing che (ovviamente a questo punto ci sarete arrivati da soli) era scritto con le mie parole. Neanche lo sforzo di cambiarle un po'.
Non solo: per dare risalto al testo, e rendere più chiaro come l'evento si sarebbe dovuto realmente svolgere, erano state perfino utilizzate foto e immagini che io stesso avevo spedito (e in una di queste mi vedevo perfino io!).

Ovviamente, il tour-operator ne era all'oscuro.
Molto più semplicemente, il cliente, alla ricerca di un facile (?) risparmio, stava cercando di aggirarci e di trovare un fornitore più economico (siamo gli unici professionisti del campo nel sud-Italia, e abbiamo felici e proficui rapporti di lavoro praticamente con tutti gli attori del settore... difficile evitarci!).
Un fornitore più economico, dicevamo.
Come se vendessimo risme di carta o zucchero per il caffè, beni praticamente indifferenziati per i quali una "marca" vale l'altra.

Così, al di là delle ovvie implicazioni etiche (il furto di idee pare sia la norma, e venga considerato meno che un peccato veniale), mi ritornano a frullare in testa le solite domande:
davvero si pensa che chiunque sia capace di realizzare in pratica ciò che in teoria sembra una buona idea?
Se rubassi gli schemi di una Ferrari, davvero chiunque sarebbe capace di costruirla tale e quale? E vi fidereste di guidarne una realizzata amatorialmente nel garage di uno sconosciuto, senza alcuna garanzia?
Non sono forse necessari studi, competenze, esperienze, capacità, PROFESSIONALITA' che non sono in mano a tutti?

E infine, per restare nel campo dei paragoni automobilistici, nessuno si aspetta che un Fiorino Fiat avrà le stesse prestazioni o lo stesso comfort di una Audi TT, nè di pagare lo stesso prezzo per i due modelli, ma entrambi vengono classificati come "automezzi".
Non ne vedete a occhio nudo la differenza?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quanta gente copia i preventivi altrui...figurati.

Dario Cherubino ha detto...

Eheheh! Caro amico, se il problema fosse copiare il prezzo, o allinearsi a esso, ti assicuro che non mi lamenterei.
Ma le idee rappresentano il cuore di questo lavoro.
E una pessima realizzazione, praticata da una persona che "ruba" un progetto e che quindi la reinterpreta a modo suo, con le proprie (a volte dubbie) professionalità, non fa male solo al derubato, ma all'intero settore...