lunedì 30 aprile 2007

Excellence building

”When a team outgrows individual performance and learns team confidence, excellence becomes a reality.” (Joe Paterno)

sabato 28 aprile 2007

Ritorna il Mafia-turismo!


Vi ho lasciato qualche giorno per riflettere sul mio post "Arriva il Mafia-turismo!", e devo dire di avere ricevuto in privato quasi una decina di risposte appassionate, in una direzione piuttosto che un'altra.
Mi dispiace che gli autori abbiano preferito mantenersi anonimi e non rispondere direttamente su questo blog, ritenendo l'argomento piuttosto scottante, ma li ringrazio comunque tutti per avermi espresso il loro parere...

Il mafia-turismo è una possibilità?
Per quanto mi riguarda, è già realtà.

Qualche settimana fa, in occasione di un viaggio incentive di un importante cliente spagnolo, abbiamo messo in scena una serata dedicata a Il Padrino.
La location prescelta (un suggestivo castello dove la trilogia di Coppola è stata girata) era stata accuratamente selezionata, e l'atmosfera era rafforzata da due attori a cavallo in costumi mafiosi (con tanto di lupara in spalla), e da tutto il personale in abiti tipici siciliani.
L'aperitivo tenuto nel parco della villa è stato seguito da una cena di gala direttamente nel "caveau" della famiglia Corleone, spettacolarizzata dalla proiezione contemporanea su diversi maxischermi di alcune scene del film montate sulla colonna sonora originale della trilogia.
Un risultato suggestivo ed elegante, che nella sua semplicità ha lasciato gli ospiti entusiasti, e che nel caso di team-building può essere rafforzato da format tematici ad alta interazione e appositamente costruiti.

Insomma, il mafia-turismo funziona e ci permette di dare un'immagine ironica e positiva della Sicilia?
A quanto pare, si...

mercoledì 25 aprile 2007

S.I.T.E.


Ma davvero mi sono dimenticato di darvi questa notizia?
Beh, ormai da qualche mese, grazie all'apporto e alla cortesia del dottor Rodolfo Musco, che mi ha spinto all'impresa e ha sponsorizzato la mia candidatura, sono diventato socio di SITE (Society of Incentives & Travel Executives), l’unica organizzazione mondiale dedita alle ricerca dell’eccellenza nel campo dell’incentivazione, con oltre 2000 iscritti da 87 diverse nazioni.
Un onore e uno stimolo a dimostrare di essere davvero all'altezza degli elevati standard internazionali richiesti dal settore MICE (Meeting Incentive Congress Events).
Un grazie a tutti coloro che si sono complimentati con me per la mia ammissione.
Ma soprattutto, grazie alle persone e alle aziende che hanno creduto e credono nel mio lavoro.

lunedì 23 aprile 2007

Una squadra non è la somma di tanti singoli

”Talent wins games, but teamwork and intelligence wins championships.” (Michael Jordan)

venerdì 13 aprile 2007

Arriva il Mafia-turismo!


E' possibile fare di una delle più terrificanti piaghe siciliane e italiane un'ulteriore attrattiva per il turismo?
Prima di rispondere, permettetemi di fare alcune premesse.
La prima è che il mio pensiero su mafia e antimafia è stato espresso con determinazione in uno dei miei primi post, che vi invito a rileggere qui prima di proseguire.
La seconda è che l'idea mi è stata proposta da un'agenzia in cerca di intrattenimenti a tema, e la mia prima reazione è stata di indignazione: il mio spirito di siciliano si sentiva ferito&inferocito da una tale mancanza di sensibilità verso le vittime della criminalità organizzata...

Poi ho riflettuto sui centinaia di film, libri, videogiochi e cartoni animati che hanno per protagonisti (spesso positivi) ladri e delinquenti... ma accomunarli alla Mafia... beh, sarebbe troppo!
Eppure... esiste Il Padrino!
Intendo dire, ovviamente, la trilogia cinematografica di F.F. Coppola, girata in buona parte in Sicilia, che narra della mafia ed è un vero cult, soprattutto all'estero.

Non esiste turista che, arrivato in Sicilia, non citi l'opera di Coppola, non cerchi di imitare il bofonchiare di Don Vito Corleone, o non sia affascinato dalle location cinematografiche e ne voglia respirare l'atmosfera.
Nell'immaginario collettivo, è quella, la Sicilia!
Una versione romantica, che poco ha a che fare con la vera e spietata Cosa Nostra...

Improvvisamente mi sono passate per la testa tutte quelle parti nel mondo che hanno compiuto operazioni simili.
A Brooklyn sono spesso ricostruiti i loschi traffici dei gangster, con "sparatorie" nei vicoli e nei locali.
Ai caraibi si realizzano periodicamente veri e propri spettacoli pirateschi, con tanto di prigionieri buttati dalle navi... in pasto agli squali!
In sudamerica vengono presentate rappresentazioni dei più truci sacrifici umani maya e Aztechi.
E l'elenco potrebbe proseguire molto a lungo...

Non credo che nessuno di questi paesi sia orgoglioso dei drammi e dei crimini che lo hanno sporcato, ma il fatto di riuscire a parlarne con tanta limpidezza ed ironia ne dimostra una presa di distanza e di coscienza che è sicuramente apprezzabile e apprezzata.

Ora, dopo avere riflettuto su questi argomenti, vi ripropongo la domanda: la Mafia, ciò che prima di tutto nel mondo viene accomunato alla Sicilia, che ne ha strappato l'orgoglio e la vitalità, può essere usata per cercarne una rivalutazione, tramite un'ironia e una satira che è denuncia e divertimento al tempo stesso?
Un modo nuovo di spezzare il muro dell'omertà, che invece di mostrarci irritati di fronte a tutti quando si parla di malavita organizzata, dimostri che siamo consapevoli e combattenti, che il peggio è passato, e che siamo capaci di riderci addosso?

Non intendo darne una visione gentile, sia chiaro.
Ma che il mafia-turismo sia davvero una possibilità?

mercoledì 11 aprile 2007

AdC IV: leggi il tuo lettore!


Abbiamo parlato di cosa è la creatività, della necessità di un obiettivo, e dei limiti che ci vengono imposti (o che dobbiamo imporci), definendo così i confini tridimensionali della nostra inventiva professionale.
Ma non abbiamo ancora parlato di chi del nostro prodotto dovrà esserne l’utilizzatore finale, e del suo fondamentale ruolo!

Umberto Eco scrive a questo proposito nel “Lector in Fabula”: “un autore […] prevederà un lettore modello, capace di cooperare nell’attualizzazione testuale come egli, l’autore, pensava, e di muoversi intepretativamente così come egli si è mosso generativamente.
Sebbene Eco si riferisca chiaramente alla produzione di un’opera letteraria, ho sempre trovato quasi immediato trasferire queste parole a ogni forma di produzione creativa.
In parole povere, non esiste comunicazione senza utenza finale, e quindi il target influenza inevitabilmente e in maniera profonda la scelta delle opzioni a nostra disposizione.
D’altra parte, è ovvio, mantenendo il nostro esempio letterario, la tecnica stilistica scelta per un target di bambini sarà molto diversa da quella per un target di adulti, e ancora questa si può differenziare se cerchiamo di coinvolgere amanti della commedia, del thriller o del dramma…

Umberto Eco stesso, da eccezionale semiologo qual’è, allarga questo concetto, e nella produzione de Il nome della Rosa prevede già in fase di stesura vari tipi di destinatari, studiando un’elaborazione a più livelli tale da interessare diversi generi di lettori, da quelli semplicemente legati alla vicenda narrata agli esperti riconoscitori di citazioni, dagli appassionati di storia e di arte ai fanatici del genere giallo.
Fino ad arrivare alla categoria dei semiologi come lui, i quali si divertiranno nello scavare e nel ritrovare i vari livelli di lettura contenuti nel testo, in quello che è un capolavoro studiato approfonditamente a tavolino.

Forse è proprio per questi motivi che tutti i “classici” hanno perlomeno due chiavi di lettura: una evidente e una più nascosta, visibile solo all’utente attento e preparato. Basti pensare alla favola adulta de “Il Piccolo Principe”, di Antoine de Saint Exupery, per avere un esempio immediatamente chiarificante.
Anche nella pubblicità, nella comunicazione non-convenzionale, nel mondo degli spettacoli e degli eventi, l’utilizzo di contenuti semantici nascosti mitiga concetti altrimenti troppo diretti, e soprattutto permette all’utente un piccolo sforzo di decrittazione del messaggio, rendendolo parte attiva della comunicazione.
La nostra narrazione diventa interattiva (2.0, direbbero alcuni), e pertanto più personale, intima e piacevole.

Dall’analisi di tutti questi concetti appare quindi chiaro che il destinatario del nostro progetto creativo va individuato a monte poiché inscindibile dal progetto stesso, ed è altresì possibile elevare il numero di utenti potenzialmente interessati e raggiungibili operando su più livelli.

lunedì 9 aprile 2007

Et voilà!

"Creativity is the sudden cessation of stupidity." (Edwin Land)

venerdì 6 aprile 2007

AdC III: la forza dei limiti


Tutti conoscono Star Trek.

La serie originale, quella con il capitano Kirk e l'impassibile mr. Spock è, che vi piaccia o meno, entrata nel mito cinematografico di intere generazioni.
Ma qual'è il vero segreto del suo successo?
Tra i vari elementi, io ho sempre rintracciato una delle chiavi di volta nella straordinaria consapevolezza di Gene Roddenberry (l'autore) riguardo i limiti imposti dai mezzi a propria disposizione.

Tra il 1966 e il 1969, anni in cui la serie originale fu girata, non esistevano infatti le raffinate tecnologie per effetti speciali di questi giorni, e il budget era a dir poco risicato. Quindi Roddenberry studiò un mondo in cui tutti gli alieni erano o estremamente simili agli umani (ad eccezione di poche protesi in lattice), o pure forme di energia realizzabili con semplici effetti ottici.
Roddenberry creò l'architettura di un intero universo basandosi sui propri limiti, e questo costituì la vera forza dell'intera serie, ciò che permise a Star Trek di essere credibile (meglio, di avere un'elevata coerenza narrativa), e di non varcare mai la soglia del ridicolo, come invece facevano molti B-Movie del periodo (e che infatti sono oggi classificati nel genere "trash")...

Lo ammetto, è sempre a Roddenberry che penso quando mi trovo di fronte a una nuova sfida.
Penso che i vincoli di tema, budget, comunicazione, luoghi, tempi possono condurmi a cammini inesplorati.
Là dove nessun uomo è mai giunto prima. (ehmmm...)