venerdì 6 aprile 2007

AdC III: la forza dei limiti


Tutti conoscono Star Trek.

La serie originale, quella con il capitano Kirk e l'impassibile mr. Spock è, che vi piaccia o meno, entrata nel mito cinematografico di intere generazioni.
Ma qual'è il vero segreto del suo successo?
Tra i vari elementi, io ho sempre rintracciato una delle chiavi di volta nella straordinaria consapevolezza di Gene Roddenberry (l'autore) riguardo i limiti imposti dai mezzi a propria disposizione.

Tra il 1966 e il 1969, anni in cui la serie originale fu girata, non esistevano infatti le raffinate tecnologie per effetti speciali di questi giorni, e il budget era a dir poco risicato. Quindi Roddenberry studiò un mondo in cui tutti gli alieni erano o estremamente simili agli umani (ad eccezione di poche protesi in lattice), o pure forme di energia realizzabili con semplici effetti ottici.
Roddenberry creò l'architettura di un intero universo basandosi sui propri limiti, e questo costituì la vera forza dell'intera serie, ciò che permise a Star Trek di essere credibile (meglio, di avere un'elevata coerenza narrativa), e di non varcare mai la soglia del ridicolo, come invece facevano molti B-Movie del periodo (e che infatti sono oggi classificati nel genere "trash")...

Lo ammetto, è sempre a Roddenberry che penso quando mi trovo di fronte a una nuova sfida.
Penso che i vincoli di tema, budget, comunicazione, luoghi, tempi possono condurmi a cammini inesplorati.
Là dove nessun uomo è mai giunto prima. (ehmmm...)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

imparato molto