venerdì 16 febbraio 2007

Se mi leggi, dimagrisci!


C'era un tempo in cui i prodotti vivevano liberi, allo stato brado.
Era il neolitico del marketing.
Poi l'uomo pian piano imparò ad addomesticarli, ad allevarli e quindi a rivenderli. Senza marchiarli, perchè i suoi prodotti in fondo erano uguali a quelli dei suoi vicini. Lo zucchero è zucchero, e nessuno può dirne diversamente.
Era il far-west del marketing, quello che si vede nei film con Clint Eastwood.
Ma anche in questo far-west cominciò a delinearsi la necessità di differenziare prodotti che erano già differenti tra di loro, anche semplicemente perchè la manifattura dell'uno era di qualità superiore a quella dell'altro. La Colt era la Colt e sicuramente non era una Smith & Wesson.
E questo meccanismo funzionò tanto bene che qualche furbone decise che anche i suoi vecchi prodotti, anche se uguali agli altri, erano degni di una marchiatura personale.
Nulla di male.
Era solo la nascita dell'era moderna del marketing.

Ma ultimamente questo sistema di marchiatura personale, il branding, corre troppo sul limite della truffa.
Lo zucchero è sempre zucchero, lo dicevo poco fa, e una marca non ne influenza la bontà (anche se vogliono farvi credere il contrario). La sua formula chimica è sempre quella. Il prodotto è sempre quello.
La benzina è sempre benzina (addirittura diverse marche la producono nello stesso stabilimento).

...e l'acqua?
In questi mesi c'è una vera e propria guerra per la vendita delle acque minerali, ciascuna vantante miracolose proprietà che evidentemente ci erano sconosciute.
Alcune fanno dimagrire o stimolano la digestione, altre hanno effetti diuretici e molte sono "povere di sodio"... Ma sarà vero?
In poche parole, no.
E' stato questo l'unanime responso di un folto gruppo di chimici interrogati a proposito.
Le piccolissime variazioni di sali minerali tra una marca e l'altra ne influenzano (a volte) il gusto, ma non sono sufficienti a fare variare in maniera consistente le proprietà dell'acqua stessa.

Prenderò come esempio il caso dell'Acqua Vitasnella prodotta da Danone (e questa è la volta buona che mi procuro una bella querela):
Sull'etichetta è pubblicizzato a gran voce che contiene lo 0,002% di Sodio, solo che evidentemente i pubblicitari della Danone non hanno idea che, conti alla mano, questi significhi 20 mg di sodio in ogni litro d'acqua, che non è affatto una cifra bassa!
Infatti, nella tabella dell'analisi chimica e chimico-fisica risulta un'altra cifra, molto minore (3 mg/l). Ehi, geni del marketing, se proprio volete fare un errore, almeno fatelo a vostro vantaggio!
In ogni caso, la Società Italiana di Nutrizione Umana suggerisce un apporto di sodio medio pari a 3500 mg al giorno... considerando che l'acqua più ricca di sodio che ho trovato contiene 20 mg/l di sodio, la differenza reale sul vostro corpo, assumendo beviate 2 litri d'acqua in un giorno, è di soli 34 mg di sodio!
34 mg di differenza su un fabbisogno di 3500 mg! Mi viene da ridere solo a pensarci!
Ma l'assurdo si tocca quando si asserisce che l'acqua Vitasnella faccia dimagrire, quando tutte le acqua sono prive di calorie, e quindi non esiste una effettiva differenza tra di loro.
Per non parlare del "combatte la ritenzione idrica", quando questa è regolata da complessi sistemi ormonali sui quali ritenere che un'acqua possa avere un qualche controllo è pura follia!

Eppure mi riferiscono che l'Acqua Vitasnella ha ottimi dati di vendita.
Personalmente sospetto che nel dare credibilità alle sue mirabolanti proprietà, e quindi nel favorirne la vendita, sia il prezzo sconsiderato al quale è venduta (dalle mie parti, a circa 50 centesimi la bottiglia)... Se una cosa costa tanto, non può essere una bufala, no?

Ora attendiamo con ansia l'imbottigliamento dell'Aria Vitasnella (se la respiri, dimagrisci e risolve i problemi del fumo passivo).

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