AdC II: Obiettivi e limiti narrativi
Ogni professionista, in ogni campo, ha un compito legato a un obiettivo ben definito, e naturalmente a questa regola non fa eccezione il professionista della creatività!
Insomma, anche se la creatività è il vento che spinge la tua nave, devi comunque essere certo di essere tu a indicare la rotta da seguire.
Per event-planner, copywriter, scrittori, poeti, grafici, la creatività è sempre finalizzata alla narrazione. Di un'intera storia, a volte, ma anche soltanto di una qualità o di una caratteristica.
Allargando il concetto (forse in maniera un po' sleale) è facile arrivare a comprendere che tutti gli artisti, in realtà, non fanno che narrare (utilizzando mezzi diversi) una storia, un luogo, un'emozione, una sensazione, uno stato...
Concetto certo non nuovo, già ampiamente trattato tanto da esperti di marketing come Seth Godin, quanto perfino dal sommo Aristotele nella sua Poetica.
La vera differenza tra un artista e un professionista come un copywriter o un event-planner è che l'oggetto della narrazione, nel secondo caso, viene imposto dal committente. Spesso insieme ad altro...
Nella produzione di eventi e spettacoli per un target privato, per esempio, i limiti narrativi non riguardano solo l'obiettivo da raggiungere (ovvero cosa si vuole narrare), ma anche il budget, i tempi, a volte perfino gli spazi o i colori da usare.
Sebbene queste limitazioni condizionino in maniera profonda il nostro lavoro, ne costituiscono forse la parte più vera e stimolante.
Una sfida e uno stimolo al tempo stesso.
E c'è pure chi dei limiti impostigli ne ha fatto la propria forza...
(continua...)